Giovanni Fusco: musicista compositore per film e cinema  
 
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Giovanni Fusco: musicista compositore per film e cinema - La Vita - biografia
"La musica è la luce, l’anima del film."
- Giovanni Fusco -
 
 

Studi su Giovanni Fusco

GIOVANNI FUSCO: IL PADRE DELLA MODERNA MUSICA DA FILM - SECONDA PARTE di Sonia Picozzi

 

L'ESORDIO NEL CINEMA DEL VENTENNIO

Giovanni FuscoFino al 1931 i cinegiornali sono muti. Con l’avvento del sonoro, le parole, pronunciate enfaticamente, e la musica acquistano un’importanza fondamentale nel sottolineare le immagini, anzi a volte sono proprio le parole che danno senso ad immagini banali, magari anche riciclate (1).
Fusco è stato un personaggio unico nel panorama del nostro cinema rivestendo un ruolo davvero fuori del comune per le sue caratteristiche personali e professionali. 

Il cammino degli eroi (1936), Il dottor Antonio (1938), Pazza di gioia (1940), Due cuori sotto sequestro (1941) e Ti ritroverò (1948) sono i primi film che firma come compositore, per i quali non c’era necessità di un musicista creatore quanto di un compilatore artigiano (2). Eppure già si potevano notare in nuce quelle che sarebbero diventate le caratteristiche peculiari e innovative della musica per film di Giovanni Fusco. L’uso di ballabili, di strumenti popolari e l’inserimento di musiche intradiegetiche.

 

Giovanni Fusco

La Contessa di Parma
di Alessandro Blasetti

Blasetti è, insieme a Camerini e Alessandrini, il regista più significativo del primo decennio del Cinema sonoro italiano, nel quale riuscì a lasciare una traccia profonda per i forti elementi di novità e audacia sperimentalista che vi seppe introdurre, muovendosi su generi e temi assai diversi tra di loro ed esprimendo posizioni ideologiche spesso discutibili, ma sempre personali e mai banali. Seppe, inoltre, sintonizzarsi con coraggio e curiosità con le correnti cinematografiche più innovative e vitali del momento, pensando sempre in grande e mostrandosi un esperto conoscitore della tecnica cinematografica.

INDUSTRIE CINEMATOGRAFICHE S. A.

Presenta

CONTESSA DI PARMA

Soggetto di ALESSANDRO BLASETTI

Sceneggiatura di A. DE BENEDETTI, G. GHERARDI, MARIO SOLDATI

Commento musicale di AMEDEO ESCOBAR

Su musiche di ESCOBAR, MONTAGNINI, FUSCO

Regia di ALESSANDRO BLASETTI

Interpreti: ELISA CEGANI, MARIA DENIS, NUNZIO FILOGAMO

Fotografia di O. MARTELLI

Montaggio di I. FERRONETTI

Edizioni musicali MARLETTA ROMA

 

• I titoli si leggono su palazzi di città disegnati.
In sottofondo una canzonetta anni ’30.

• Interno, teatro, gentiluomini e gentildonne, tra cui la Contessa di Parma che è in realtà una mannequin pagata per fingersi contessa, assistono ad un’opera.

• Il principe, direttore dell’atelier presso cui lavora la «Contessa», affitta la compagnia della «Contessa» e di una sua collega per andare alle corse.

• Alle corse Gino Vanni, un calciatore, tenta un approccio con la «Contessa», avendola già notata all’Opera, ma lei, anche se è colpita dal giovane, finge di non raccogliere.

• Mentre assistono alla corsa i due chiacchierano. La «Contessa» ha puntato sul cavallo vincente ed il Vanni va ad incassare la vincita per lei, ma si perdono di vista e lei pensa che lui abbia voluto derubarla, invece lui sta seguendo la sua macchina, quando si accorge che la «Contessa» non c’è, lascia un messaggio per lei all’autista.

• Il principe nel suo ufficio.

• Sfilata di moda nell’atelier ad uso e consumo del principe direttore dello stesso.

• Arriva l’autista a consegnare il messaggio di Gino Vanni per la «Contessa».

• Gino Vanni allo stadio.

• Telefonata tra Gino Vanni e la «Contessa», si danno un appuntamento.

• La nuova padrona dell’atelier presso cui lavora la «Contessa» è la zia di Gino Vanni.

• Gino Vanni e la «Contessa» vanno a fare una passeggiata in macchina e si fermano a pranzare in campagna poi la «Contessa» si fa accompagnare al Grand Hotel dove per combinazione si incontra con la zia di lui che è, appunto, Marta Rossi, la nuova proprietaria dell’atelier. Marta la prende in simpatia e le racconta che lei ed il direttore dell’atelier in gioventù hanno avuto una storia d’amore poi la promuove a capo reparto.

• Marta va dal nipote al quale dice di smettere col tipo di vita che sta conducendo, che deve mettere la testa a posto e a tal proposito gli riferisce di avere da presentargli proprio la ragazza che farebbe al casa suo, pensando alla «Contessa». Gino risponde che ce l’ha già la ragazza giusta ed anche lui sta pensando alla «Contessa».

• Gino Vanni e la «Contessa» si incontrano per la restituzione della famosa vincita che ammonta a 2000 lire poi vanno a fare una passeggiata. La «Contessa» cerca di confessargli la verità circa la sua identità, ma lui parlando male delle indossatrici la scoraggia dal suo proposito.

• Gino accompagna Marcella, la «Contessa», al Grand Hotel, si danno appuntamento per il giorno dopo.

• Gino manda un mazzo di rose in quella che pensa sia la camera d’albergo di Marcella, invece sarà la zia a riceverle e contenta gli manda un invito per una festa al Grand Hotel con accluse 2000 lire.

• Marcella col direttore.

• Sfilata.

• Marta e il direttore a colloquio, lui ha un’aria sottomessa.

• Gino consegna una lettera al Grand Hotel pensando sempre che la destinataria sarà Marcella, ma di nuova sarà la zia a riceverla.

• Grand Hotel, nel pieno della festa, arriva Gino Vanni che vede Marcella far scivolare dei bigliettini nelle tasche dei gentiluomini con cui balla. Si tratta di bigliettini pubblicitari per l’atelier, Gino, ovviamente, fraintende, l’affronta, le da le 2000 lire e le dice addio.

• Marcella va a casa di Gino, discutono, lei lo schiaffeggia, si baciano e lei fugge via.

• Marta, col direttore ed altri, è in riunione per l’atelier e per criticare la festa al Grand Hotel, organizzata dal direttore. Marcella piange, Marta la consola e le promette che l’indomani andranno insieme ad assistere alla partita di Gino.

• Alla partita Marta dice a Marcella che Gino è suo nipote. Gino fa gol, si sta giocando Italia-Svizzera. Marta racconta a Marcella che pensava che Gino si fosse innamorato di una contessa, ma che lui ne ha riso smentendola. Marcella reagisce dicendo che partirà per Sestriere per la sfilata.

• Gino cerca Marcella presso il falso duca che gli dice che è partita per Sestriere.

• Gino in macchina per raggiungere Marcella.

• Gino arriva all’albergo dove si tiene la sfilata.

• Gino consegna le famose 2000 lire a Marcella dicendole che quella sera si fidanzerà con una ragazza propostale dalla zia senza sapere che è proprio di lei che sta parlando.

• Marcella gli si mostra con l’abito da sposa della sfilata e gli dice che si sposerà anche lei, poi si avvia verso passerella, lui la segue e il palco girevole li porta alla ribalta nel momento in cui si chiariscono e si baciano. FINE.

In questo film possiamo rilevare l’uso di musica di consumo, ballabili e canzonette contestualizzati nel periodo di svolgimento della storia. Benché lo stile sia ancora vicino ai cliché della tradizione sicuramente già si può intuire il tipico trattamento fuschiano discreto, non ridondante, non meramente riempitivo e descrittivo.

 

Giovanni Fusco

Pazza di gioia (1940)
di C. L. Bragaglia

Con l'avvento del sonoro, Carlo Ludovico si rivolge all'ambiente cinematografico, inizialmente come fotografo, per passare nel 1932 alla regia. Ha così inizio la lunga carriera cinematografica che lo vede dirigere ben 65 film, facendogli guadagnare la fama di "artigiano" del cinema.

LA CINETECA NAZIONALE

CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA

Presenta

PAZZA DI GIOIA

Fotografia A. BRIZZI, R. LOMBARDI

Tecnico del suono O. UNTERSALMBERGER

Montaggio M. SERANDREI

Regia C. L. BRAGAGLIA

Registrazione sonora R. C. A.

• Interno, hall di un albergo.
musica orchestrale giocosa tipo scherzo o intermezzo.

• un uomo, con in mano una trombetta d’auto, aspetta un certo L. C., che non conosce,  con il quale dovrà intraprendere un viaggio e che riconoscerà perché avrà con sé un mazzo di violette, si intrattiene a chiacchierare con De Sica, un ricco Conte di professione ingegnere. Ad un certo punto gli passa la trombetta proprio mentre arriva L. C. che è una ragazza, Liliana. Liliana vedendo il Conte con la trombetta pensa che sia lui il suo futuro compagno di viaggio, lo fa chiamare e De Sica vedendola non chiarisce il malinteso ma sta al gioco. Si danno appuntamento per il giorno dopo per iniziare il viaggio.

• Liliana a lavoro in un negozio di dischi, musica. Il caporeparto è innamorato di lei, viene chiamato dal principale per suonare e cantare per un cliente. Liliana parla con una collega del viaggio dicendole: «Sono pazza di gioia!».

• Camera d’albergo del Conte, il cameriere gli prepara la valigia.

• L’uomo della trombetta, il signor Bianchi, nella sua camera d’albergo disfa la valigia disperandosi per la buca che crede di aver subito.

• Autorimessa.
Musica orchestrale a tratti avventurosa e bucolica.

• arriva Bianchi per prendere la sua macchina, riceve una telefonata dalla sua cameriera che gli comunica che L. C. gli ha mandato 3000 lire come indennizzo per la buca, lui entusiasta si appresta a partire.

• Il cameriere del Conte, Peppino, dice alla moglie che stanno partendo.

• Liliana parte col Conte.

• Il caporeparto arriva all’appuntamento che Liliana gli aveva dato per depistarlo e la portiera gli dice che è partita in vacanza col signor Bianchi.

• Il caporeparto va dal vero signor Bianchi e così capiscono l’inganno e decidono di seguire Liliana e il Conte.

• Liliana e il Conte in viaggio, si trasformano in due viaggiatori dell’ottocento col calesse.
Il Conte inizia a cantare poi duettano.

• Dissolvenza incrociata, la macchina di Liliana e del Conte arriva nei pressi di un’osteria, entrano per mangiare e rifocillarsi.

• Capo reparto e Bianchi in panne, hanno finito la benzina.

• All’osteria c’è un suonatore di fisarmonica, Liliana ed il Conte chiedono due camere per la notte.

• Il capo reparto e Bianchi arrivano da un benzinaio e chiedono dove si possa dormire.

• All’osteria Liliana ed il Conte si salutano per la notte.

• Peppino e la moglie arrivano in albergo chiedono del signor Bianchi ma quando capiscono che li c’è il vero signor Bianchi e non il Conte con Liliana vanno via.

• Bianchi ed il capo reparto in camera, il capo reparto si sfoga con Bianchi.

• Liliana al balcone ascolta la fisarmonica suonare, sul balcone accanto esce il Conte, chiacchierano, sentono l’oste sgridare la cameriera poi arriva Peppino con la moglie.

• L’oste va dal Conte a dirgli che ha due clienti di riguardo e quindi gli serve la stanza, così lui è costretto a trasferirsi.
Musica orchestrale.

• Mattina, il Conte scende e incontra la moglie di Peppino, poi arriva anche Peppino ed il Conte che gli dice che lui si sta fingendo un uomo umile, il signor Bianchi e che quindi lui, Peppino, deve recitare la parte del Conte. Arriva Liliana.

• Liliana, il Conte, Peppino e sua moglie a colazione in campagna. Il conte dice a Peppino di invitarli in un grande albergo.

• Peppino e sua moglie in albergo. Peppino fa preparare le stanze per Liliana e per il Conte a nome di Arnaldo Bianchi.

• Arrivano in albergo il capo reparto e Bianchi che chiede di Liliana e gli viene risposto che ha prenotato lì.

• Quando Bianchi arriva alla reception lo maltrattano, ma quando lui dice di chiamarsi Arnaldo Bianchi lo servono e lo riveriscono come si confà ad un gran signore e gli mettono a disposizione la camera prenotata da Peppino per il conte e cioè il falso signor Bianchi. Il capo reparto è stato assunto come barbiere e parrucchiere.

• Arrivano Liliana ed il Conte, vanno alla stanza di Liliana, lei è felice.
Musica romantica come da cliché.

• In un momento in cui Liliana non vede il Conte legge il suo diario dove trova la narrazione del loro viaggio e i commenti sulla sua persona poi esce e viene accompagnato nella stanza, che il vero signor Bianchi a fatto riservare al suo amico, il capo reparto. 

• Bianchi in stanza dove gli consegnano il frac che Peppino aveva ordinato per il Conte.

• Peppino si lamenta con la direzione per la stanza che è stata data al falso signor Bianchi, il Conte, dicendo che per lui aveva chiesto la stanza migliore così, continuando l’equivoco, spostano il vero Bianchi nella stanza imperiale.

• Bianchi in camera.
Musica orchestrale da intermezzo macchiettistico che crea una suspance parodistica.

• Bianchi ed il Conte si incontrano.
Fine musica.
Si riconoscono ed il Conte gli offre 3000 lire per sparire.

• Bianchi incontra Liliana, Peppino e la moglie, musica da ballo.

• Bianchi incontra il capo reparto che gli dice che devono far arrestare il finto signor Bianchi per aver rubato la ragazza ad uno ed il nome all’altro.

• Il Conte e Liliana parlano, lei cerca di smascherarlo facendolo cadere in contraddizione e poi lo accusa apertamente chiedendogli spiegazioni per il suo inganno.

• Il capo reparto suona la batteria nell’orchestra dell’albergo.
Musica da ballo intradiegetica, che simboleggia, in particolar modo, i sentimenti di gelosia del capo reparto, quando come più avanti, per esempio, sbaglia ritmo. Già qui si inizia a notare il passaggio da una musica «naturalistica» e descrittiva, di supporto subordinato alle immagini, ad una musica psicologica che si mette sullo stesso piano degli altri elementi costitutivi del film.

• Arriva un biglietto a Liliana nel quale c’è scritto che quello che lei aveva creduto Bianchi, il Conte, è un ricercato, lui lo legge e non smentendolo la minaccia dicendole di fare quello che lui le dice.

• Bianchi chiama la polizia.

• Il Conte e Liliana ballano, il capo reparto geloso sbaglia il ritmo. Il Conte regala un anello a Liliana dicendole che lo ha rubato per lei. Liliana fugge ed il Conte la insegue.

• Liliana incontra Bianchi che la avverte di aver chiamato la polizia, lei piange dicendogli: «andiamocene via di qua», poi va ad avvertire il Conte dell’imminente arrivo della polizia che giunge per arrestarlo. Liliana va via.

• Arriva la polizia.

• Il capo reparto smette di suonare.

• Liliana e Bianchi via in macchina dove trovano il Conte che, continuando a fingersi un bandito, li minaccia con la pistola.

• In albergo la polizia crede di dover arrestare il capo reparto che sta cercando di rubare un’auto per seguire Liliana.

• Liliana, Bianchi ed il Conte arrivano davanti ad una villa e qui il Conte finge di volerla «svaligiare».

• Entrano nel parco della villa.
Da una finestra si ode una musica intrigante ed avventurosa, ma sempre con accezioni parodistiche.

• La villa è del Conte che spinge Liliana a chiamare la polizia, ma lei si rifiuta, mentre lui, che continua a fingersi un bandito, la ricopre di gioielli e le dice di fingere che sono due ricchi sposini di ritorno dal viaggio di nozze.
La musica arriva puntuale a sottolineare la scena in una sonata romantica, lirica e virtuosistica, come un inserto psicologico che suggerisce la voglia della ragazza che quello che sta vivendo come un sogno si tramuti in realtà.

• Il Conte apre la porta della sala da pranzo dove vengono accolti dai suoi camerieri che gli danno il benvenuto. Si seggono a tavola,  il Conte tira fuori il diario di Liliana dicendole se gli permette di scrivere lui l’ultima pagina. Il Conte scrive: «lui mi ha chiesta in sposa» poi le dice: «scrivete voi la risposta!». Si baciano. FINE.

Lo stile e il linguaggio musicale di questa colonna sonora ricordano l’assenza di astrazione intellettualistica, il rilievo della materia musicale tipici dello stile e del linguaggio di Frescobaldi, uno dei «maestri» del passato, cui Fusco guarda con ammirazione e spirito di emulazione.

Giovanni Fusco

 

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NOTE:
1. Maria Grazia Mazzocchi, Il cinema, grancassa del regime fascista, www.tiscalinet.it/storia/index.
2. Cfr., Ermanno Comuzio, Ricordo di Giovanni Fusco, in «Bianco e Nero», XXIX, 5-6, maggio-giugno, 1968, p. 78.

 
   
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